Il più grande stratega al mondo

di | 24 Dicembre 2017

Lascia che ti presenti il più grande stratega mai vissuto.

In un certo senso, è come se avesse iniziato a lavorare da Junior Manager in una grande organizzazione per poi fare una brillantissima carriera.

Il suo nome era Alessandro. Il padre era il capo dell’organizzazione e aveva fatto carriera anche lui partendo dall’ultimo gradino.

Alessandro ammirava moltissimo suo padre, imparò tanto da lui e ne divenne il primo e più fedele allievo.

Aveva grandi sogni e aspirava a costruire un’organizzazione gigantesca – molto più grande di quella che dirigeva il padre.

Naturalmente mi riferisco ad Alessandro il macedone, che passò alla storia come Alessandro Magno. Fu uno dei primi e dei pochissimi uomini che si potevano fregiare di questo prestigioso appellativo.

Una promozione inaspettata
Quando Alessandro aveva vent’anni, suo padre fu ucciso, e lui divenne immediatamente il re di Macedonia.

I macedoni erano una tribù della Grecia settentrionale e occupavano la regione che prende ancora oggi il nome da loro.

Erano un popolo duro, coraggioso e bellicoso.

Sotto Filippo, padre di Alessandro, avevano conquistato e sottomesso l’intera Grecia.

Nella famiglia di Alessandro, nel suo esercito in quello di suo padre, e nelle altre tribù della Grecia, c’era un grandissimo numero di nemici “concorrenti”, che aspiravano tutti quanti alla posizione del giovane re.

Quando salì al trono, Alessandro scoprì che erano stati orditi complotti e macchinazioni per ucciderlo e liberare la città stato della Grecia dalla dominazione macedone.

I leader assumono il comando
Alessandro assunse immediatamente il comando, come deve fare un leader.

Prima di tutto eliminò gli elementi sleali del suo esercito.

Poi lo riorganizzò velocemente, li sostituì con i suoi generali e con i suoi ufficiali, e annientò gli eserciti che avevano del tentato di opporsi al suo progetto.

Per effetto di quelle vittorie immediate e sorprendenti, divenne il padrone incontrastato di tutta la Grecia, a soli 21 anni.

Come tutti i pianificatori strategici, anche Alessandro aveva una mission.

La sua era particolarmente ambiziosa: voleva esportare la cultura greca in tutto il mondo conosciuto.

Il suo piano strategico di lungo termine era conquistare tutti quegli stati e metterli sotto il dominio della Grecia.

Strategia di fusioni e acquisizioni
Alessandro era intelligentissimo. Non disgregava i regni che conquistava.

Impiegava la prima versione mai conosciuta di una “strategia di fusioni e acquisizioni”.

Se quei sovrani si arrendevano senza combattere, li lasciava al loro posto.

L’unica cosa che chiedeva loro era di versare ogni anno un tributo alla Grecia, una sorta di imposta ante litteram sul reddito delle imprese, dopodiché potevano continuare a regnare in pace.

Solo che a quel punto erano sotto la protezione dell’impero e dei Macedoni.

Alessandro non si limitava a supervisionare gli stati tributari. Invitava i loro soldati a entrare nel suo esercito e a partecipare alla conquista di altre terre, con il relativo bottino di guerra.

Man mano che avanzava verso sud e conquistava il medio oriente, sempre più regni e sempre più tribù fischiavano dalla sua parte. Si arrendevano senza combattere e si unirono ai suoi eserciti. Ma c’era ancora un problema.

Il concorrente principale
Il concorrente principale di Alessandro per la dominazione del mondo era l’impero di Persia, allora il più grande della storia, guidato da re Dario.

Era un impero enorme.

Copriva tutto il medio oriente, incluso il mediterraneo, e si estendeva fino al Pakistan e all’India di oggi.

Quando venne a sapere che un esercito Greco comandato da un 22enne aveva invaso il suo impero, Dario non la prese bene.

Era molto intelligente anche lui. Sì rendeva conto che Alessandro costituiva la prima vera minaccia al suo potere.

Ordino immediatamente a un esercito di 50.000 uomini di attaccare e distruggere le forze di Alessandro, numericamente inferiore con “soli” 22.000 uomini.

Prevedendo l’attacco di Dario, Alessandro pianificò una brillante strategia e aggirò l’esercito che gli era stato mandato contro.

Quando fu informato della sua manovra, Dario disse:
“è un problema molto serio. Questa è la più grave minaccia che sia mai stata posta al mio potere e va affrontata, oppure il dominio persiano sarà a rischio in tutto l’impero”.


Il testo qui sopra non l’ho scritto io, è tratto dal libro “Strategia di Business” di Brian Tracy.

Ho deciso di dividerlo in due pillole separate perché troppo lungo per una sola.. questa solo è la prima metà (e così ti lascio con un po’ di curiosità… quindi tocca pazientare) 🙂

Nella pillola di domani finirò di raccontarti la storia (nel vero termine della parola) e poi analizzeremo come i concetti e le strategie applicate sul campo di battaglia siano incredibilmente applicabili nel business!

C’è davvero troppo materiale per poterlo analizzare in una sola pillola, anzi, ne serviranno sicuramente più di tre.

Quindi tieni pronto per il full immersion guerra/business dei prossimi giorni!

A domani

P.s. questo è un libricino da 150 pagine in formato tascabile relativamente nuovo che costa 5 euro, è uscito da meno di un mese rispetto a quando scrivo questa pillola, non ci sono ancora recensioni da potere leggere.

Oppure quando la leggerai tu potrebbero già essercene, puoi controllare qui: Il Giardino dei Libri – Amazon

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