Guest post: I dialoghi possono cambiare la vita

di | 28 Settembre 2018

Molto spesso mi capita di affrontare una discussione importante con il miglior spirito, altrettanto spesso purtroppo mi rendo conto di aver buttato tutto all'aria.

Questo perché a volte ho cercato di “obbligare” l’altro ad essere d’accordo con me, altre volte perché, dopo aver perso le staffe inizio a litigare non sui fatti ma sulle emozioni, sulle supposizioni e sui sospetti finendo per peggiorare la situazione.

Quanto è difficile riuscire ad affrontare un “dialogo cruciale” come:

  • il tema della droga e della sessualità con i figli;
  • parlare della relazione coniugale con un partner;
  • comunicare un feedback negativo o scomodo ad un collega o un superiore.

Altre situazioni scottanti nelle quali:

  • le emozioni sono protagoniste;
  • il modo in cui verrà gestito il dialogo influenzerà, anche solo in piccola parte, la tua vita;
  • la posta in palio è molto alta.

Penso che trovare degli accorgimenti per affrontare situazioni come queste sia indispensabile, proprio per questo ho letto un bellissimo libro: “crucial conversations”.

In questo post leggerete alcuni spunti di riflessione ed alcuni strumenti per gestire meglio i momenti in cui un confronto costruttivo rischia di trasformarsi in un litigio distruttivo.

Guarda il canestro

Sono innamorato del gioco della pallacanestro e pratico questo sport dall’età di 10 anni. Se dovessi aver ricevuto 1€ per ogni volta che il coach mi ha urlato “guarda il canestro” al momento avrei un bel gruzzolo nel conto in banca.

Perché è così importante guardare il canestro e cosa ha in comune con le conversazioni cruciali?

Innanzitutto guardare il canestro è importante perché è il tuo obiettivo per fare punto, molto spesso invece io guardo la palla mentre palleggio. Proprio per questo mi è successo tantissime volte di "scartare" il difensore e poi uscire dal campo perché senza accorgermene ho preso una direzione completamente diversa rispetto al canestro, con conseguenti insulti (meritati) provenienti dall'allenatore. 

Quando sei nel bel mezzo dell’uno-contro-uno se non guardi il canestro rischi di fare come me, sei talmente concentrato sul saltare il difensore da perdere completamente la consapevolezza della posizione del canestro, per questo devi guardarlo!

Questo dictat è importantissimo anche nelle conversazioni cruciali: quante volte ti è successo di iniziare una discussione con un obiettivo per poi invece perderti in discussioni di tutt’altro genere perché hai perso di vista l’obiettivo e finale e hai pensato solo a “battere” il tuo interlocutore?

A me è successo con mia madre poco tempo fa: volevo farle capire alcune cose sul modo che ho per gestire i miei soldi e siamo finiti a discutere animatamente sul mio modo di vivere l’università.

Quindi, regola numero 1: Non perdere mai di vista l’obiettivo della conversazione, non permettere, né a te stesso né all'interlocutore, di evitare di risolvere il problema principale che ti ha spinto ad iniziare la conversazione.

Continuare a focalizzarsi sulla ragione principale della discussione ti aiuta anche in un altro modo. Il nostro cervello, in alcune parti, è rimasto ancora uguale al cervello dell’uomo primitivo e, proprio per questo motivo, quando ci sentiamo in pericolo la parte primitiva del nostro cervello ci prepara inconsciamente a fare una delle due cose che i primitivi facevano di fronte al pericolo:

  1. scappare;

  2. lottare.

Per poter compiere al meglio una delle due azioni il cervello primitivo pompa sangue ai muscoli ed aumenta i livelli di adrenalina, togliendo quindi risorse agli altri organi come il cervello.

Ora capite che, se il pericolo è un leone, queste contromisure adottate dal cervello primitivo sono utilissime, ma quando noi percepiamo come pericolo una discussione cruciale, avere meno sangue al cervello ed avere alti livelli di adrenalina è sicuramente controproducente.

Ecco perché quando affronti una conversazione cruciale spesso ti capita di perdere le staffe, è proprio perché stai affrontando una discussione che richiede concentrazione mentre il tuo cervello primitivo si prepara a lottare per la sopravvivenza.

Rimanere concentrato sull'obiettivo attiva le aree del cervello dedicate al problem-solving ed aiuta il cervello primitivo a capire che non è una situazione di pericolo fisico e che hai bisogno che le risorse si concentrino sul cervello e non sui muscoli. Affascinante, vero?

Qual è la tua storia?

Quanto mi fa innervosire chi salta alle conclusioni? Persone che di fronte ad un fatto o ad una tua azione, invece di chiedere a te le motivazioni, si costruiscono in mente una storia completamente inventata per motivare questo fatto/azione.

Purtroppo ho notato che molto spesso faccio anch’io questo errore, ed è normalissimo se non ci si presta attenzione.

Nelle conversazione cruciali è molto importante partire dai fatti ed evitare supposizioni affrettate, proprio per questo bisogna essere consapevoli della “storia” che ci siamo costruiti e saperla presentare nel modo giusto.

Faccio un esempio: supponiamo che la mia fidanzata mi dica che andrà a casa della sua amica a dormire per il week-end ed io in seguito venga a sapere che ha dormito in un Motel.

Se non facessi attenzione succederebbe il seguente scenario: io salto alla conclusione che lei mi abbia mentito per tradirmi e, nella discussione che ne segue rischierei di compromettere il nostro rapporto per una mia interpretazione del tutto personale dei fatti. 

Quindi, se volessi affrontare al meglio questa conversazione dovrei innanzitutto fare chiarezza nella mia storia, che, come ogni storia, è formata da fatti, interpretazioni ed emozione. La mia storia al momento sarebbe così composta:

  • Fatto: la mia fidanzata mi ha mentito ed ha dormito in un motel e non a casa della sua amica;
  • Interpretazione: la mia fidanzata mi tradisce con qualcun altro e mi ha mentito per coprire questo tradimento;
  • Emozione: delusione, rabbia etc.

Ora che ho chiara la mia storia devo fissare l’obiettivo della mia conversazione e ricordarmi di tenerlo a mente durante la conversazione, in questo caso l’obiettivo sarebbe:

  • spiegare la mia storia e conoscere le reali motivazioni della menzogna;
  • affrontare il dialogo nel modo migliore per poter mantenere il rapporto sano e saldo (se non mi ha tradito davvero).

Affrontare la conversazione cruciale

A questo punto mi resta solo da affrontare questa conversazione. Devo essere bravo a presentare la mia storia nel modo giusto. Procederò quindi a comunicare:

  • i fatti sotto forma di fatti oggettivi e insindacabili. (“Tu mi hai detto che avresti dormito dalla tua amica ma hai dormito in motel, lo so per certo perchè…”)

  • le interpretazioni invece devono essere presentate sotto forma di opinioni, non come fatti insindacabili. (“Questo mi ha fatto pensare che tu abbia usato questa scusa per fare qualcosa alle mie spalle... cosa mi sono perso?”)

  • spiegare le emozioni che stai provando. (“Questo mi ha fatto arrabbiare e soprattutto mi sento molto deluso perché…”)

  • chiedere a lei di spiegare la sua versione dei fatti (“Vorrei sapere se ho interpretato nel modo giusto o, altrimenti, sapere come sono andate davvero le cose.”)

Recap

Eccoci arrivati alla fine dell’articolo, spero che questi suggerimenti ti possano essere d’aiuto nell'affrontare le tue prossime conversazioni cruciali!

Ecco un breve riassunto di come prepararsi, quando possibile, ad una conversazione cruciale:

  • separa i fatti dalle tue interpretazioni degli stessi;
  • riconosci i sentimenti che stai provando al riguardo;
  • individua uno o più obiettivi della conversazione cruciale, da tenere a mente per tutto il dialogo;
  • illustra i fatti;
  • presenta le interpretazioni come tue opinioni;
  • comunica le tue emozioni;
  • chiedi all'interlocutore di illustrare la sua storia;
  • dialogate e prendete una decisione.

E soprattutto non dimenticare: “La sfida della realtà chiede anche la capacità di dialogare, di costruire ponti al posto dei muri. Questo è il tempo del dialogo, non della difesa di rigidità contrapposte.” - Papa Francesco

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