[PERSONALE] Te l’ho scritta col cuore

di | 14 Novembre 2017

Per favore oggi leggi questa pillola perché è davvero importante! (leggila fino alla fine)


LAMENTARSI! Trovare delle scuse!

Conosci qualcuno che si lamenta spesso? Che ha sempre qualcosa da ridire su tutto?

Alcune persone sono incredibili. Ho amico su Facebook un ragazzo che ha lavorato per me anni fa, e posta in continuazione lamentele su qualsiasi cosa.

Una volta il treno è in ritardo.

Un’altra volta gli hanno rotto lo specchietto dell’auto.

Un’altra volta ancora in treno c’era gente che faceva casino.

Qualche giorno fa si lamentava di aver perso una scommessa a causa di non so quale partita, dopo avere indovinato tutte le altre…

Ho pensato più volte di nasconderlo dai contenuti che mi vengono mostrati, ma ogni volta decido di tenerlo come “promemoria” per ricordarmi di non lamentarmi mai.

Noi italiani siamo un popolo dalla lamentela facile, è una cosa incredibile. Siamo i maestri delle lamentele e delle scuse!

Ieri sera ho visto degli incontri di pugilato in TV. Nei primi due hanno partecipato dei pugili stranieri,  e fin qui tutto ok, telecronaca tranquilla e professionale.

L’arbitro qui non ha chiamato fallo, ma ci può stare.”

“Tizio ha dato un colpo quasi sotto la cintura, l’arbitro ha lasciato correre.”


Ma quando ha iniziato a combattere l’italiano è successo il finimondo. Ogni colpo al limite del regolamento, e capitava spesso, era un inveire e un urlare contro l’arbitro in una maniera tutt’altro che oggettiva.

Fino a prima era tutto regolare e le sviste arbitrali facevano parte dello sport, ma quando era ora di difendere il “nostro” pugile… addio oggettività!

Sembrava che l’italiano fosse vittima di vere ingiustizie arbitrali che lo hanno infine fatto perdere.

Noi italiani, chi più chi meno, siamo maestri delle lamentele. 

Noi non sbagliamo mai! E’ colpa della sfortuna, dello stato, della crisi, dell’arbitro, degli alieni, di non so cos’altro, ma non è mai colpa nostra!

La lamentela è diventato il nostro alibi.

E lo facciamo così spesso che per molti è ormai un’abitudine.

Dare la colpa agli altri ci semplifica la vita, ci toglie dalle responsabilità, noi abbiamo fatto tutto il possibile eppure abbiamo fallito.. eeeehhh, che sfortuna!

E così ci puliamo la coscienza.

Dopo esserci convinti di aver fallito a causa di qualcosa che non dipende da noi ci sentiamo più leggeri, mettiamo una pietra sopra all’accaduto e ce ne dimentichiamo.

Ma è davvero così? Abbiamo veramente fatto tutto il possibile? E’ davvero stata sfortuna?

Se non accetti la responsabilità di questo risultato non avrai imparato nulla da esso.

Come puoi sperare di migliorare se pensi di avere fallito per colpa della sfortuna?

Se sei l’allenatore di una squadra di calcio e hai perso una partita perché l’arbitro ti ha negato un rigore, e la colpa è solo dell’arbitro, la prossima volta sarai nella stessa situazione.

Se l’arbitro non ti negherà il rigore potrai vincere.. forse.. o se commetterà di nuovo questo presunto errore perderai.

Come speri di migliorare?

Se tu accettassi l’errore arbitrale come una tra le tante variabili in gioco, lavoreresti per far crescere l’intera squadra per riuscire a vincere la prossima volta anche senza quel rigore.

Analizzeresti l’intera partita, troveresti gli errori che la tua squadra ha commesso, le azioni che non sono state sfruttate al meglio, studieresti strategie nuove che si adatterebbero perfettamente allo stile di gioco avversario.

Cercheresti un modo per fare di meglio!

Ma se non ti assumi la responsabilità del risultato questo non succederà!

Quando tanti anni fa ho gestito un bar ristorante in spiaggia non mi sono mai messo in gioco. La colpa era della spiaggia che lavorava poco, così come il mio bar di riflesso.

Non mi sono mai posto nessun tipo di problema.

D’altronde se non c’è gente cosa posso fare?

Se mi fossi semplicemente chiesto: “qui non viene nessuno, come posso fare per portare gente e far lavorare questo posto?”, forse una soluzione l’avrei trovata.

Invece mi sono adagiato sugli allori, forte della mia scusa “che non era colpa mia” a difendere il mio orgoglio e non ho mosso un dito.

Quando i miei parenti, dopo l’estate mi chiedevano com’era andata la stagione rispondevo serenamente: “eh insomma…. la spiaggia lavorava pochissimo e quindi c’era poca gente.”

La colpa era tutta della spiaggia.

La verità è che a quel tempo non ero in grado di gestire un locale di quel tipo, tutto qui. Non è facile da ammettere, ma è la verità.

Ma invece di ammetterlo ho trovato delle scuse. Così non feci nulla per migliorare la situazione e per anni non ho imparato niente da questa esperienza.

Fino a che non ho capito la verità, ovvero che il fallimento è stato colpa mia, della mia carenza di competenze, del mio “non far niente” perché il successo NON dipendeva da me, del mio cercare scusanti.

E tu che scuse trovi?

I professori sono stronzi? O sei tu che non sei veramente preparato per quell’esame?

La tua attività ha pochi clienti perché c’è crisi? O ti mancano le competenze per trovarli?

La tua situazione non ti soddisfa e non c’è nulla che puoi fare per cambiarla? O ti mancano le basi per potere fare altro?

Hai perso una partita di calcio perché l’arbitro ti ha negato un rigore? O la tua squadra non era abbastanza forte per vincere 10 a 0?

Come sempre ti consiglio di rifletterci sopra.

Elevati sopra la massa di quelle persone piene di scusanti, così perfette da non dover imparare o migliorare nulla, così perfette che falliscono solo per colpa di fattori esterni!

I nostri errori e fallimenti sono i nostri migliori maestri, accetta le conseguenze delle tue azioni e diventerai una persona migliore. Per forza! Non c’è alternativa!

Nel momento in cui accetti un fallimento ti porrai le domande giuste, inizierai a trovare soluzioni, vedrai le cose sotto un’altra prospettiva.

Come ti ho scritto ieri, la vita è una sfida continua, non finiamo mai di imparare. 

E come ti ho scritto più di 50 pillole fa, ogni volta che superiamo un problema diventiamo delle persone migliori. 

Persone che non vedono più quell’ostacolo come un problema.

Per un bambino di due anni allacciarsi le scarpe è un problema, crescendo smette di esserlo. E questo è quello che succede per qualunque “problema” della nostra vita!

Non trovare scuse! Affronta la vita a testa alta, guardati allo specchio e sii fiero della persona che hai davanti!

La vita va avanti, non restare indietro nascosto dietro a degli alibi inesistenti!

A domani

P.s. oggi sono stato un po’ duro, ho attivato la modalità filosofo e via a ruota libera 🙂

Spero di averti trasmesso l’energia che ho provato io durante la scrittura. Ho ancora tanto da imparare e non riesco sempre a trasmettere le mie emozioni, continuo e continuerò a fare errori, ma spero riuscirò sempre ad imparare da loro!

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